Il presidente Musumeci ha riassunto in cinque punti gli interventi necessari per un’inversione di tendenza
Fine anno, tempo di riflessioni e di bilanci: sono quelli che ha fatto il presidente di Fismo Catania, Francesco Musumeci, che, in riferimento alla profonda crisi che sta vivendo il settore delle vendite dell’abbigliamento, anche causato dalla pandemia, ha riassunto in cinque punti quelli che sono, a suo parere, gli interventi necessari per ridare impulso al comparto.
1. “Innanzi tutto – dice Musumeci – alla luce della paventata e forse ormai imminente crisi economica, che vede da una parte il mondo occidentale e dall’altra i paesi asiatici e nella fattispecie la Cina, puntare ad incoraggiare i nostri produttori italiani a riportare in Italia la proprie produzioni e fabbriche; sull’argomento, il punto di forza della produzione estera è il basso costo della manodopera e delle tassazioni, pertanto attraverso un intervento statale, che miri a garantire un sensibile sgravio della parte contributiva relativa ai dipendenti e una defiscalizzazione, almeno in quota parte, dei processi produttivi, gli imprenditori italiani potrebbero risultare invogliati a non dover più importare dall’estero quanto prodotto, evitando costi di trasporto, sdoganamento, ecc; garantirebbero uno standard maggiore di qualità alle proprie linee e collezioni e restituirebbero il vero “made in Italy”. I produttori, dal canto loro, per accedere alle agevolazioni, dovrebbero soddisfare dei criteri di eco-sostenibilità per i propri impianti, materiali, energie verdi, ecc.
2. Considerato che attualmente vige ancora lo status di emergenza sanitaria nazionale gli aiuti economici alle imprese, erogati negli ultimi due anni, dovrebbero essere stanziati ancora nel prossimo biennio, se di ripartita si vuol parlare; le imprese finora hanno fronteggiato, per chi ha potuto con le proprie riserve, ma adesso lo Stato deve intervenire con vere iniziative di sostegno economico, per salvare chi ha avuto capacità di resistere finora ed incoraggiare gli operatori a tornare a scommettere sull’imprenditoria e sugli investimenti in genere.
3. Rimappare la geografia del territorio in relazione agli indici di acquisto da parte dei consumatori; non è concepibile che, parlando di saldi, il Veneto possa allinearsi alla Sicilia. Avendo sostanziali differenze climatiche è assolutamente urgente intervenire sullo slittamento dei periodi, e non di pochi giorni o di al massimo di una quindicina. Si dovrebbe tornare all’epoca in cui i saldi erano realmente vendite di fine stagione. Al contempo le autorità dovrebbero intervenire intensificando i controlli per contribuire ad annullare la concorrenza sleale di chi fa promozioni tutto l’anno.
4. Sollecitare lo Stato al controllo della concorrenza sleale delle produzioni e vendite di prodotti realizzati a basso costo, con manodopera non pagata, che danneggiano gli imprenditori virtuosi, che cercano, con fatica, di rispettare regole e leggi.
5. Sollecitare lo Stato al controllo serrato e intransigente del fenomeno del “commercio contraffatto”, dilagato su tutto il territorio. Concorrenza sleale che danneggia gli imprenditori virtuosi, che cercano con fatica di rispettare regole e leggi, e porta sempre più arricchimento alle organizzazioni mafiose. Un’altra riflessione va fatta al riguardo: i prodotti realizzati sottocosto e contraffatti spesso sono prodotti con materiali tossici ed inquinanti, che danneggiano l’ambiente”.
A pochi giorni dal Natale – conclude Musumeci – colgo l’occasione di porgere a tutti i miei più sentiti auguri di Buone Feste, nella speranza che nel 2022 si possa continuare a lavorare sulle questioni elencate, per aiutare il nostro comparto e tornare a vedere le città popolate di attività commerciali. Ricordo che il calore, la cortesia e la disponibilità che si trovano in un negozio nessun servizio di vendita on line può offrire e che comprare in un esercizio fisico significa anche salvaguardare l’ambiente, riducendo gli imballaggi e le consegne. Buon Natale a tutti”.